Arrestato il Procuratore Capo di Taranto

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Il Procuratore Capo di Taranto, Carlo Maria Capristo, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Potenza inerente reati contro la Pubblica Amministrazione.

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Con lui sono stati arrestati anche un ispettore della Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Taranto e distaccato presso gli uffici della Procura e tre imprenditori operanti nella provincia di Bari. L’accusa è di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo l’accusa, in concorso, avrebbero operato per indurre un sostituto procuratore di Trani a procedere in sede penale, senza che ne ricorressero i presupposti, contro un’altra persona ma l’azione non è andata in porto per l’opposizione del magistrato.

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I cinque arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari dal nucleo di polizia economica-finanziaria di Potenza, dall’aliquota di pg delle fiamme gialle e dalla squadra mobile di Potenza. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip del tribunale di Potenza. Le pressioni, secondo la ricostruzione, hanno riguardato una persona denunciata dai tre imprenditori per usura a loro danno. L’obiettivo dell’azione penale, secondo il procuratore di Potenza Francesco Curcio, era di ”ottenere indebitamente i vantaggi economici e i benefici di legge conseguenti allo status di soggetti usurati”.

Per l’accusa tutti e cinque, compreso Capristo, procuratore capo di Taranto e già procuratore della Repubblica a Trani, ”compivano atti idonei diretti in modo non equivoco ad indurre un giovane sostituto procuratore della Repubblica in servizio nella Procura di Trani a perseguire in sede penale, senza che ne ricorressero i presupposti di fatto e diritto, la persona” denunciata ”infondatamente” per usura. È stato lo stesso giovane pm a denunciare i fatti. La vicenda inizialmente fu archiviata dalla Procura di Trani ma è stata avocata dalla Procura generale di Bari che ha trasmesso il fascicolo per competenza funzionale alla Procura di Potenza e questa un anno fa ha avviato le investigazioni, giunte oggi alle misure cautelari. Nell’esecuzione delle stesse sono state effettuate pure perquisizioni presso le abitazioni e i luoghi di lavoro degli indagati.

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